I nuovi lavori voluti da Venezia
Nel 1482 il Marin Sanudo descrisse il forte della Cappella di forma tonda, con una torre nel mezzo. Il forte era malconcio, ma in luogo era inespugnabile. Presentava una chiesa (cappella di S. Maria Maddalena), un pozzo per le munizioni, una porta con saracinesche. Alla fine il Sanudo giunse a concludere che chi teneva la Cappella era di fatto il signor di Bergamo.
Solo nel 1482 i Veneziani, ormai saldamente insediati in Bergamo, ordinarono l’adeguamento del forte della Cappella, ripartendo la spesa tra la città, il territorio e la camera fiscale.
I lavori iniziarono subito. Nel 1487 sono documentate opere realizzate nella Cappella sotto la direzione dell’ingegnere militare Venturino Moroni. Tra il 1485 e il 1488 furono spesi 1000 ducati della camera fiscale nel rifacimento e sistemazione del torrione vecchio, nelle fosse e in altre parti; questi lavori sono documentati dalle ducali venete sino al 1490.
La fortificazione alla fine risultò quindi delimitata da quattro torri angolari rotonde denominate: torrione di Castagneta, torrione Belvedere, torrione detto Ponte e torrione di S. Vigilio. Le torri erano collegate da cortine murarie, lunghe 189 metri, dotate di merli e feritoie. La antica torre centrale assunse la funzione di mastio del castello. L’ingresso posto ad oriente verso la città, fu realizzato in forme rinascimentali, probabilmente su progetto dall’architetto Mauro Codussi, venne poi spostato, con la realizzazione del recinto basso, dalla coalizione antiliberista, dopo la fine del secolo, per essere poi definitivamente demolito nel 1829.
Marin Sanudo, Schizzo in Itinerario per la terraferma veneziana 1483
La porta rinascimentale del Castello, su probabile progetto del Codussi.
Rudelli, schizzo. Pubblicato in "Bergomum, Bergamo scomparsa." 1949, da Luigi Angelini.