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Le origini altomedioevali del castello

Per meglio difendere la città che rimaneva dominata dal vicino colle, oggi detto di S. Vigilio, fin dall’antichità dovettero esservi edificate delle fortificazioni. Non vi sono prove dirette, ma basta osservare che nei periodi successivi ogni volta che si pose mano alle fortificazioni di Bergamo, una delle prime preoccupazioni fu sempre quella di erigervi delle difese, che ne impedissero l’occupazione da parte dei nemici.

Certamente nell’alto medioevo vi sorgeva un fortilizio, forse eretto in epoca franca, che era detto il “Castellum”.

La prima notizia certa che abbiamo è del 894 quando durante le dispute per il possesso della corona d’Italia, chiamato in suo sostegno da Berengario del Friuli, scese in Italia Arnolfo, figlio di Carlomanno di Baviera. La città di Bergamo e il suo conte Ambrogio si mantennero fedeli al rivale di Berengario, il marchese Guido da Spoleto. La città fu quindi posta sotto assedio dalle truppe tedesche. L’assalto investi dapprima proprio il “Bergomense Castello” che fu difeso dal chierico veronese Gottifredo, ma i difensori furono sopraffatti. Il fatto che la difesa del fortilizio fosse affidata a un chierico si può forse spiegare considerando che nei pressi del castello vi era una piccola cappella dedicata a S. Maria Maddalena, una santa particolarmente venerata dai franchi.

Proprio dal castello conquistato, Arnolfo diresse l’assalto alle mura urbane che presto cedettero e Bergamo venne saccheggiata. Il conte Ambrogio fu impiccato davanti a una porta della città, il vescovo Adalberto fu fatto prigioniero. Insediatosi nel castello, Arnolfo il 1 febbraio 894 donò i beni del defunto chierico Gottifredo alla Cattedrale di S. Vincenzo di Bergamo. Il castello, che tanto ostinatamente aveva resistito ad Arnolfo, venne raso al suolo. Rimase comunque in uso per due secoli e mezzo come riferimento topografico il termine “Castellum”. Un documento del 1032 cita un “ad locum, ubi dicitur Castello, prope Canale”, ma questo termine venne presto affiancato dalla denominazione topografica di “Cappella”, con riferimento esplicito alla cappella di S. Maria Maddalena. In un atto del 1112 si trova infatti in Monte ipsius Civitatis ubi diritur ad Capellam”. Il nome di Cappella venne quindi presto usato per denominare il luogo dove era sorto il castello antico.

L’esperienza traumatica dell’assalto subito da parte di Arnolfo, rimase di certo ben presente ai Bergamaschi. Infatti nel XII secolo, durante le contese tra i comuni lombardi e l’imperatore Federico I di Svevia detto il Barbarossa, il comune di Bergamo “non molto distante dalla città, nel luogo detto la Cappella”, riedificò per la sicurezza della città un castello con torre. Un atto del 1 ottobre 1167 ratificò il precedente esproprio alla chiesetta di S. Maria Maddalena del terreno necessario, lo stesso su cui sorgeva anticamente la fortificazione demolita da Arnolfo. L’esproprio della terra fu compensato permutandola con un altro terreno posto sopra Astino. I lavori di fortificazione alterarono lo stato dei luoghi, come testimonia nel 1160 un lascito del prevosto Lanfranco Rivola alla chiesa di S. Maria Maddalena, per l’edificazione di una nuova cisterna. Anche se il sito era nuovamente caratterizzato dalla presenza di un castello, curiosamente la denominazione di Cappella rimase comunque prevalente, infatti in un atto del 1175 troviamo che quello che noi chiamiamo colle di S. Vigilio era invece denominato monte della Cappella.

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Bergamo trecentesca Xilografia da Supplementum Chronicarum, di Jacopo  Filippo Foresti, Venezia, 1486

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